L’archeologa ci ha parlato del passaggio dal Neolitico all’Età del Bronzo in Friuli.
Insieme abbiamo costruito il modellino di un villaggio neolitico e quello di un castelliere.
Inoltre abbiamo sperimentato la tessitura e la macinazione della farina. La tecnica utilizzata nel Neolitico e nell’Età dei metalli era praticamente la stessa.
Grazie a questo lavoro abbiamo potuto confrontare le abitudini di vita e le attività degli abitanti dei due diversi tipi di insediamento.
Per costruire il plastico, abbiamo usato una base di polistirolo. L’esperta ha disegnato un fossato di forma circolare, poi un gruppo di noi lo ha colorato di marrone. In verde abbiamo colorato lo spazio intorno al fossato e quello all’interno del suo perimetro.
Altre persone si sono occupate della recinzione. Lungo la circonferenza interna del fossato, hanno fatto dei buchi con un bastoncino. Poi vi hanno inserito della paglia che imitasse i pali usati dagli uomini nella realtà.
Successivamente abbiamo costruito una capanna, attaccando dei bastoncini di paglia su dei pezzi di cartone, per fare le pareti e il tetto.
Le vere abitazioni avevano la struttura portante fatta di pali di legno, le pareti costruite con rami intrecciati e un impasto di paglia, acqua e argilla, il tetto era fatto di fasci di paglia appoggiati sulla struttura di legno.
Abbiamo dipinto dei campi all’interno del villaggio e preparato sagome di alberi e persone.
Poi abbiamo dipinto il fiume intorno al villaggio, perchè gli uomini si stabilivano sempre nei pressi di un corso d’acqua.
Infine abbiamo fissato la capanna, gli alberi e le persone all’interno del villaggio, ed ecco il risultato del nostro lavoro.
Il castelliere è il villaggio dell’Età del Bronzo e del Ferro, diffuso in Friuli e in Istria.
Noi ne abbiamo costruito uno a base più o meno quadrata, come quella dei castellieri di pianura. Abbiamo colorato di verde lo spazio su cui doveva sorgere.
Poi abbiamo costruito una specie di muraglia con il das, che rappresentava il terrapieno o aggere difensivo dei veri castellieri. L’abbiamo incollata alla base e colorata di marrone per farla sembrare terra.
Dopo abbiamo realizzato la capanna, con la stessa tecnica usata per l’abitazione del villaggio neolitico.
Successivamente abbiamo aggiunto altri particolari, come il fiume e gli alberi. Abbiamo dipinto i campi, sia all’interno del castelliere, sia all’esterno, perché nella realtà essi potevano essere collocati in questo modo.
La foto vi mostra il nostro modellino di castelliere.
L’archeologa ci ha portato dei modellini di telaio. Essi erano fatti con due bastoncini orizzontali e due verticali fissati su una base.
Ha preso un filo di lana e l’ha arrotolato intorno ai bastoncini orizzontali, per creare l’ordito.
Poi noi abbiamo preso un altro filo attaccato a un bastoncino navetta, e gli abbiamo fatto fare lo slalom davanti e dietro ai fili dell’ordito, per creare la trama.
Questi sono i meravigliosi tessuti che siamo riusciti a realizzare.
Ci sono serviti due sassi: uno grande e piatto che si chiama macina, e un ciottolo che si chiama macinello. Per ottenere la farina, bisognava appoggiare il frumento e l’orzo sulla macina e schiacciarlo con il macinello. Uno di noi teneva fermo il sasso grande, mentre l’altro schiacciava con forza i chicchi, strofinando il sasso piccolo.
Abbiamo capito come erano fatti i villaggi delle due epoche, il Neolitico e l’Età del Bronzo. Inoltre ci siamo resi conto che gli uomini dei due insediamenti praticavano attività molto simili. La vera sostanziale differenza è che per la costruzione di utensili la pietra venne via via sostituita dai metalli scoperti nel frattempo.