Paolo solo al mondo

Titolo: Paolo solo al mondo
Autore: Sigsgaard Jens
Editore: Campanila, 2005
Ubicazione: Primaria Cisterna
Età consigliata: da 6 anni

paolo

Il racconto comincia una mattina, quando Paolo si sveglia senza sentire un rumore. E – lì per lì – gli sembra fantastico, così presto, starsene tutto solo a casa. Così come gli sembrerà incredibile, poco dopo, scoprire di poter uscire senza chiedere permesso né compagnia, constatando che la strada, il tram, la latteria, il negozio di dolci … Tutto, là fuori, è vuoto.
Dove sono gli altri? Paolo, di primo acchito, non si fa prendere da nessuna paura. Anzi, è felice di fare o non fare quel che vuole. Non si lava più di tanto, mangia un dolce, ruba una mela, s’infila in tasca un paio di arance, calpesta il prato … Evviva la libertà! È un’ebbrezza che sale. Lo spinge a guidare, ad appropriarsi di tutti i soldi della banca, a comprare tutto … Tutto quel che c’è al mondo, ché ormai è unicamente suo!
Ma quanto può durare questa felicità? Il tempo di rompere il tram, di finire la benzina del camion dei pompieri. Il tempo di annoiarsi, muto, in un parco giochi ormai popolato da fantasmi … È come se un film si fosse interrotto all’improvviso; e Paolo non sa, non può rimettere in azione la macchina da presa senza nessun aiuto. Per questo, alla fine, sale su un aereo abbandonato e vola in picchiata verso la luna, quasi in cerca di un rifugio perduto.
Tradotta in ben 35 lingue (e trasformata anche in un film), la storia di “Paolo solo al mondo” – alla fine – si rivela un brutto sogno. Una lezione che, però, ha insegnato molto a generazioni di bambini. E che per questo (e non solo per merito delle stelle!) è diventata un elegante classico della letteratura per infanzia danese e mondiale. Un testo che, dal 1942 ad oggi, non ha perso tutta la sua attualità e il suo valore pedagogico.
Valore che, naturalmente, si deve anche alle freschissime illustrazioni di Arne Ungermann, illustratore dal tratto inconfondibile e dai colori vivaci. Le sue immagini essenziali ancora nel Duemila sfondano il bianco della pagina, lasciando ipotizzare – con qualche tratto nero lasciato a metà – il resto della realtà costruita nell’immaginario. Ognuno, da solo, con la propria fantasia bambina.

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