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Riferimenti teorici

La didattica dell'esperienza

Si tratta di strutturare un percorso pedagogico dove si intrecciano l’esperienza del conoscere e quella del comunicare.

Come indicato anche dal testo normativo è necessario che le azioni didattiche rispettino i momenti dello sviluppo di ciascun bambino sfruttando lo stesso interesse che ha nei confronti della realtà che lo circonda.

In questa fascia di età è predominante l’attività ludica e di movimento , non sono ancora completamente generalizzati e strutturati la consapevolezza di sé, il controllo motorio , l’analisi e la riflessione.

L’apprendimento avviene attraverso l’esperienza, l’esplorazione, i rapporti tra bambini, con la natura, gli oggetti, l’arte , il territorio e le sue tradizioni, attraverso la rielaborazione individuale e collettiva delle esperienze e attraverso le attività ludiche” (indicazioni per il curricolo).

L'esperienza è alla base di ogni apprendimento, è in quest’ottica che l’intervento didattico si inserisce in un itinerario di scoperta, orientando l’osservazione, l’analisi, la verbalizzazione, l’arricchimento lessicale, il perfezionamento discriminativo dei dati sensoriali attraverso le visite didattiche .

Per i bambini scoprire ciò che li circonda è sempre un’avventura magica e piena di risorse, l’attività deve essere guidata da termini quali: osservazione, curiosità e scoperta, ricominciare da qui, cioè dall’imparare da chi mantiene intatto uno sguardo capace di abbandono, di semplicità di fronte allo straordinario spettacolo che la realtà ci offre tutti i giorni.

I bambini conoscono il mondo attraverso se stessi e conoscono se stessi attraverso il mondo; sono attivi, amano giocare, costruire, comunicare e cercano un senso nella realtà che li circonda (come ci ricordano le Indicazioni).

Nessuno può sottrarsi a questo processo naturale di conoscenza e apprendimento, radicato nel 'fare per capire'. Vivere quotidianamente una passione impetuosa, aperta, curiosa e cordiale verso la realtà : in classe non si parte mai dalla disciplina che s’insegna, ma dal proprio “io” che comunica la propria umanità investita dal reale.

La didattica è solo il canale di quell’avvenimento costituito dalla lezione, avvenimento di un rapporto condiviso tra insegnante e alunno, di un sapere che viene trasmesso, affinché l’alunno sia introdotto alla totalità del reale.

Ogni essere umano, ogni bambino è il protagonista della sua storia e delle sue conoscenze ma  non può procedere da solo ha bisogno di una guida che lo indirizzi senza sostituirsi a lui:questo è il ruolo dell'adulto-insegnante, essere guida che sa condurre senza prevaricare.
Come affermato nelle indicazioni, nel rispetto della libertà di insegnamento di ogni singolo docente ,possiamo individuare delle impostazioni metodologiche di base tra le quali:

  • valorizzare l’esperienza e le conoscenze pregresse;
  • favorire l’esplorazione e la scoperta al fine di promuovere la passione e la ricerca di nuove conoscenze.

“Gli  insegnanti accolgono, valorizzano ed estendono le curiosità, le esplorazioni, le proposte dei bambini e creano occasioni e progetti di apprendimento per favorire l’organizzazione di ciò che i bambini vanno scoprendo.” (dalle "Indicazioni per il curricolo")

Ed è allora importante la scelta di una metodologia che permetta al bambino di diventare costruttore del suo sapere dietro la regia ben consapevole dell’insegnante, di una metodologia improntata sull’operatività intesa come operatività della mente che porti a predisporre materiali ed esperienze che aiutino la costruzione di concetti ben precisi e in successione non casuale, ma pensata a priori.

Il docente educa lo sguardo del bambino a osservare la realtà  nella totalità dei suoi fattori, andando oltre il superficiale , lo addestra alla fatica di attendere che l’oggetto di fronte a sé si riveli  e all’impegno di usare tutti i suoi cinque sensi affinché quel frammento di realtà possa essere incontrato e conosciuto.

Un obiettivo educativo è, quindi, quello di portare al saper osservare, con la O maiuscola, al farlo con gli occhi della mente, in modo non superficiale, cosicché non ci si trovi innanzi a conoscenze pre-confezionate e non comprese, ma dove la conoscenza diviene conseguenza diretta dell’esperienza del bambino.

Come afferma il Jones,i bambini apprendono meglio ciò che si presenta loro sotto una veste piacevole e che ritengono una loro scoperta.

È compito dell’insegnante creare un’ambiente in cui i bambini possano progredire e situazioni in cui possano imparare a imparare, dando al bambino la possibilità di scoprire oltre che di ricordare.