Valutazione e IRC

Nell’ambito della disciplina IRC e nell’ottica formativa, la valutazione va posta in collegamento privilegiato con alcune abilità/competenze fondamentali:

L’insegnante di religione è chiamato a privilegiare l’approccio qualitativo, mira all’interpretazione dei prodotti, l’esame dei materiali verbali, grafici, plastici realizzati dagli studenti spontaneamente o a seguito di sollecitazioni, per ricavarne informazioni sulle conoscenze e sulle capacità cognitive.

I bambini insegnano ai bambini

L'esperienza documentata utilizza anche la strategia educativa del tutoring o tutoraggio. Esso consiste in una metodologia di tipo cooperativo e appartiene alla categoria delle tecniche di tipo orizzontale: mentre le metodologie verticali si riferiscono alle situazioni in cui la modalità di insegnamento-apprendimento vede coinvolti da un lato gli insegnanti e dall’altro gli alunni (per cui l’atto comunicativo avviene in senso verticale, dall’alto verso il basso), le metodologie orizzontali, si verificano quando la modalità di insegnamento-apprendimento avviene tra pari, cioè tra alunni.

insegnamento reciproco tra studentiIl tutoring si traduce, in ambito scolastico, nell’insegnamento reciproco tra studenti e si può realizzare in due diverse modalità: tra alunni di età diverse e tra alunni frequentanti la stessa classe (tutoring fra pari). Nel primo caso una persona più competente insegna delle abilità a una meno competente; nel secondo caso lo studente di una classe che sappia già fare con padronanza il compito di apprendimento si attiva per facilitare l’apprendimento di uno o più compagni di classe con problemi in quel settore. Gli studenti che insegnano prendono il nome di tutor, mentre quelli che apprendono si definiscono tutee.

Le attività presentate si riferiscono al tutoring tra alunni di età diverse. Dalla descrizione dell'esperienza emerge quanto sia stato importante organizzare in modo dettagliato i momenti scolastici in cui attuare questa strategia educativa. Per la riuscita di queste attività è fondamentale innanzitutto la formazione dei tutor, sia per quanto riguarda le abilità cognitive relative al contenuto o alle abilità da trasmettere, sia in riferimento alle abilità relazionali, rendendo consapevoli gli studenti “formatori” dell’importanza del loro ruolo, per cui diventano responsabili dei loro compagni, di come aiutare i tutee sostenendoli e incoraggiandoli, ...

La possibilità di attuare il tutoraggio costituisce un momento significativo di integrazione e valorizzazione degli alunni disabili o con difficoltà di apprendimento, che possono diventare assistenti di alcuni ragazzi più piccoli nelle attività che sanno fare meglio, sperimentando in questo modo il ruolo di tutor, che raramente gli è possibile recitare. In tal senso è essenziale individuare i campi dove questi alunni si dimostrano più competenti: in genere le attività pratiche possono costituire una valida occasione per realizzare questo tipo di esperienze.

L’alunno che ricopre il ruolo di tutor ha la possibilità di consolidare e sistematizzare le conoscenze e le competenze acquisite, sviluppando anche la dimensione metacognitiva relativa alle modalità e ai processi che intervengono nell’apprendimento; dal punto di vista relazionale, sviluppa la capacità empatica e va incontro ad un aumento delle interazioni positive, maturando nuovi e più profondi rapporti amicali e un atteggiamento solidale verso i compagni; con riferimento all’area della persona, il tutor ha l’opportunità di migliorare il proprio senso di autoefficacia e di autostima, di sviluppare la motivazione scolastica all’apprendimento e relazionale e il senso di responsabilità, maturando in generale un’identità personale positiva.

Anche per l’alunno-tutee i benefici tratti dall’esperienza di tutoring sono molteplici: innanzitutto si raggiunge l’obiettivo scolastico dello sviluppo di determinate conoscenze o abilità, giungendo a un apprendimento più significativo; anche il tutee sperimenta, sul piano affetto-relazionale, l’incremento di interazioni positive e i consolidamento dei rapporti amicali; migliora l’autostima e l’autoefficacia e sviluppa la motivazione scolastica e, di conseguenza, un atteggiamento positivo verso la scuola.

Sicuramente questa strategia che mette in relazione bambini di età diverse, nel caso dell'esperienza documentata, è stata arricchente per tutti gli alunni coinvolti, siano essi tutor o tutee, e ha permesso loro di vivere più serenamente il contesto scolastico.

Valutazione dell'esperienza

Interno della Basilica di AquileiaLe insegnati si sono incontrate spesso per ricalibrare il percorso in base ai tempi e alle domande degli alunni, ma anche agli spazi e agli strumenti a disposizione.

La valutazione è stata fatta in itinere osservando il comportamento degli alunni (attenzione, partecipazione, motivazione, collaborazione nel grande e nel piccolo gruppo e fra alunni dei due ordini di scuola) e analizzando i materiali prodotti (qualità dei testi e dei disegni, sia nella scelta dei contenuti che nel tratto grafico).

È stata poi eseguita una verifica (presente tra gli strumenti didattici) per valutare le conoscenze acquisite in merito alle origini del cristianesimo ad Aquileia.

Alla fine del percorso è stato chiesto ai ragazzi quali sono stati gli aspetti positivi di quest'esperienza. Per quasi tutti è stato bello rincontrare i compagni di scuola dell'anno precedente, per gli alunni della scuola primaria è stato importante ed entusiasmate lavorare negli spazi della scuola secondaria (si sentivano “grandi”), molti hanno apprezzato l'uscita didattica ad Aquileia. Il lavoro a coppie/gruppi è stato visto sia come aspetto positivo (è più bello lavorare in gruppo che da soli) sia come aspetto negativo (non sempre è stato facile mettersi d'accordo).