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Giovedì 18 aprile 2024

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Documentare le attività

Relazione per la valutazione dell'anno di prova

La storia del bruco Verdolino

In una tiepida mattina di primavera, la farfalla Gelsomina depose su una foglia di tiglio un piccolo uovo.

Dopo pochi giorni, dall'uovo nacque un bruco di colore verde scuro, che gli abitanti del prato soprannominarono Verdolino.

Le api, le eleganti coccinelle e tutti gli altri insetti del prato lo schernivano e lo allontanavano, rifiutandosi di giocare con lui per via della sua andatura goffa e sgraziata: Verdolino, infatti, non sapeva volare, ma poteva solamente strisciare sulle fresche foglie.

Il piccolo bruco si sentiva triste e solo: avrebbe desiderata tanto giocare con gli altri insetti, con le api canterine e le laboriose formiche, ma tutti lo allontanavano in malo modo: “Tu non sei come noi. Non fai altro che strisciare, come sei buffo! No, io non posso giocare con te. Che cosa direbbero i miei amici?”.

Verdolino si allontanava in silenzio, cercando di sfuggire a quelle brutte parole, che gli facevano tanto male, e intanto i suoi occhi si riempivano di lacrime.

“Io sono nato così e non faccio del male a nessuno, cerco soltanto un po' d' amicizia e di compagnia”, diceva il piccolo bruco, e, per consolarsi, addentava le tenere foglioline del gelso, il suo cibo preferito.

Ne mangiava talmente tante che cresceva a vista d'occhio. La sua pelle era ormai diventata troppo piccola per con tenerlo, si lacerava, lasciando intravedere una pelle ben più grande di colore verde vivo.

Come si divertiva Verdolino a cambiare continuamente vestito!

I giorni passarono veloci e con essi anche la bella stagione. Giunse, per il nostro amico, il momento di costruirsi una casetta su un ramo, per potersi riparare dal freddo e aspettare la fine dell'inverno.

Il bruco avvolse intorno al suo corpo un filo lucente, prodotto dalla sua saliva e costruì con questo filamento la sua casina, il 'bozzolo'.

Racchiuso in esso, Verdolino dormiva un sonno profondo, finché...

... ecco arrivata la primavera, con i primi timidi fiori e con il suo dolce tepore!

Verdolino si svegliò, uscì dal bozzolo e corse al vicino laghetto per dissetarsi, si specchiò sulle limpide acque e... Incredibile! Come si era trasformato! Era diventato una delicata farfalla e le sue ali leggere erano coloratissime... Che magie può compiere la natura!

Chi avrebbe mai pensato che un piccolo bruco si sarebbe trasformato in una splendida e variopinta farfalla? Verdolino non credeva ancora ai propri occhi: si sentiva frastornato, incredulo, felice.

Volò dunque al prato verso gli altri insetti, librandosi felice nel cielo azzurro.

"Ciao, splendida farfalla - esclamarono le api e le zanzare - perché non giochi insieme a noi?".

"Non mi riconoscete?" rise Verdolino. "Sono io, il bruco verde! Sono uscito da un lungo sonno e mi sono risvegliato farfalla! Non è meraviglioso? Potrò ora diventare vostro amico e giocare con voi?".

Gli insetti tacquero meravigliati, e solo un'ape saggia prese la parola:

"Mio dolce amico, potrai mai perdonarci? Ti abbiamo ingiustamente allontanato per il tuo aspetto, senza capire che questo mondo è bello proprio perché siamo tanti e abbiamo imparato a fare case diverse. Che monotonia se fossimo tutti identici, se vivessimo tutti allo stesso modo".

Il bruco era raggiante di gioia: "Non preoccupatevi, l'importante è che ora siamo diventati amici. C'è una farfalla dentro al cuore di ognuno ma solo se ci apriamo agli altri e sappiamo ascoltarli, quella farfalla potrà volare".

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Ultima modifica: 05 12 2018